Per il 26 novembre

La manifestazione di Roma per denunciare la violenza contro le donne e sostenere i centri antiviolenza nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (https://nonunadimeno.wordpress.com) sembra presa ostaggio di chi vuole sostituire al concetto di violenza degli uomini contro le donne quello di “violenza di genere” anche contro gay e trans, ma purtroppo non per la loro assimilazione al femminile, come dichiarava l’analisi fatta negli anni Settanta che io ancora condivido, ma per togliere significato all’esistenza della differenza sessuale tra uomini e donne. Infatti gli uomini, invece di fare un passo indietro e riflettere sui benefici che l’intero genere maschile trae dalla violenza contro le donne, agire da uomini con uomini per contrastare i meccanismi individuali e collettivi di violenza contro noi donne nel pubblico e nel privato, e manifestare con noi ma senza volere le luci della ribalta, sembra stiano conquistando l’interezza del corteo, dopo un unico blocco iniziale di sole donne.

In queste polemiche, è stata naturalmente ignorata la mia ingenua proposta di contributo artistico per la sezione audio di Nonunadimeno (o per altre sezioni), quindi la divulgo qui con i miei modesti mezzi.

Credo che la forma-canzone sia uno strumento politico potente, e quindi mi sono cimentata nel mettere in questa forma una delle tante storie agghiaccianti di violenza contro le donne, che a differenza di molte altre vede la maltrattata sul banco degli imputati per l’omicidio del marito.

Questo brano è la storia di Vincenzina Ingrassia, che a Biancavilla nell’agosto 2015 ha ucciso il marito che la maltrattava da 40 anni, così come riportata dai giornali. (es. http://catania.gds.it/2015/08/28/omicidio-a-biancavilla-la-moglie-confessa-lho-ucciso-io-perche-era-violento_401469/) Non abbiamo notizie ulteriori sul suo caso dopo l’arresto. Ha usato un rimedio estremo per un male estremo:

Quarant’anni e un giorno: Testo e accordi

 

Ho usato una melodia volutamente semplice, sempre nell’ingenua speranza che si diffonda. Magari la riprenderà qualcuna che ha voce, musicisti e studio di registrazione? Magari qualcuna ne farà un pezzo con più pregi musicali? Magari la canteremo in manifestazione?
Sono anche stata a Messina e ho cercato di avere aggiornamenti sulla sua situazione dai due centri antiviolenza di Catania, invano. mi sarebbe anche piaciuto, mi piacerebbe incontrarla.

Questo caso bisognerebbe seguirlo e farne un caso politico: molto spesso le donne in questa situazione sono condannate con le pene severe dell’omicidio premeditato, molto più alte di quelle dei maltrattanti che le uccidono “non volendo farlo”, con omicidi preterintenzionali per averle troppo picchiate (c’è una ricerca sulla Germania che dimostra questa dismisura). Per molte donne maltrattate purtroppo quando è l’unico modo che hanno di liberarsi dalla violenza.

Se il presidente della Repubblica ha potuto graziare uno che ha ammazzato un ladro che si era introdotto in casa sua, potrà ben farlo con lei.