Sabrina mi aspetta appoggiata a un palo. “Sei sola?”. “No, mia mamma sta facendo la spesa”. Ebbene sì, avete letto bene: mamma. L’intervistata non è né una scrittrice affermata né una sportiva famosa. Sabrina, questo il suo nome, è una ragazzina di 14 anni come tutte le altre. Ciò che la contraddistingue? Una passione per le moto e la corsa che non lascia indifferenti. Perchè hai iniziato? Grazie a mio papà. Anche lui è un appassionato di moto ma non ha mai potuto comprarsene una, perciò ha deciso di trasmettere la passione a noi figlie [sono in quattro e tutte corrono, ndr]. Il mio primo quad [moto a quattro ruote, ndr] è arrivato quando avevo cinque anni. Correre mi ha subito appassionato ed è sempre merito di mio papà. Da parte sua non è mai stata un’imposizione. Andavamo la domenica in campagna a girare: era divertente, lui mi seguiva in bicicletta. E adesso? Adesso ho una moto da cross. Più avanti mi piacerebbe averne una da strada. Per ora mi diverto a girare libera, magari tra qualche anno comincerò a gareggiare. C’è tempo. Certo, d’altronde sei molto giovane. E cosa pensano le amiche di questo tuo hobby? Loro mi sostengono. Anche se spesso io preferisco uscire col mio ragazzo e i suoi amici. Con i maschi mi trovo meglio: non sono pettegoli come le femmine, sono più tranquilli a rapportarsi con le persone, ti aiutano se hai bisogno. Tra donne c’è competizione, ognuna guarda l’altra per trovare qualcosa che non va. In questo senso io mi sono sempre definita un maschiaccio. E i ragazzi come si comportano con te? Ormai mi considerano una di loro. Mi cercano, faccio parte del gruppo. Prima mi prendevano in giro perchè correvo…mi dicevano, “Tanto vado più forte io!”. Ma io corro da circa nove anni, loro se va bene da tre. Insomma, li battevo sempre! E alla fine hanno iniziato a rispettarmi. Già… sei riuscita ad acquisire la loro fiducia. Ma penso che tu sappia che rappresenti l’eccezione. Sì purtroppo! Io spesso vado a correre con mio papà e il mio cuginetto, ma non conosco altre ragazze che lo fanno (a parte la mie sorelle!). Penso che questo non sia giusto. Una volta ho sentito alla tv un tizio che sosteneva che le donne non potessero avere la stesse prestazioni di un uomo in moto o in macchina…ma non è affatto vero! Un conto è parlare di sollevamento pesi, magari in quel caso si può fare un ragionamento simile, ma in moto non c’è nulla che mi vieti di andare veloce quanto un uomo, a volte anche di più. Ma in F1 e nella MotoGp non ci sono donne… Questa cosa non mi piace. Invece ci dovrebbero essere. Però spesso le donne pensano che l’automobilismo e il motociclismo sia roba da uomini. Non è così. Torniamo un attimo alla tua esperienza. Hai mai avuto paura di salire in sella? Sì, all’inizio è normale. Parti, acceleri, poi ti prende paura e freni. Vai a scatti. Ma adesso è passata… con le marce è anche più facile gestirsi. Adesso vado come una scatenata senza nessuna paura. Però dipende anche dal carattere. Mia sorella ad esempio è più insicura e viaggia a scatti.. Mai fatti incidenti? Eccome! Mi sono anche fatta parecchio male. Il peggiore è stato quando stavo girando e mia mamma mi ha gridato “Ma non puoi andare un po’ più veloce?!”. Sono andata più veloce, però poi ho preso un ceppo e sono caduta, la moto mi è finita addosso. Ma non mi sono fermata, anzi. E cosa sogni nel tuo futuro? L’anno prossimo inizierò a frequentare una scuola che sia abbastanza leggera per poter portare avanti moto e ginnastica artistica [l’altra sua passione, ndr]. Per adesso non voglio trascurare nè l’una nè l’altra, nel futuro probabilmente dovrò scegliere. Mi dicono che per diventare davvero brava in moto avrei dovuto iniziare a tre anni. Ma io ho iniziato a cinque e penso che non servano due anni in più di allenamento per essere bravi. Serve solo impegno. E io… beh, io voglio correre nella MotoGP! Arriva la mamma, ha finito la spesa. Le chiedo se non teme che le sue figlie si facciano male in moto. “Basta che abbiano il casco e le protezioni!”. Il casco c’è. Le protezioni pure. Adesso basta aggiungere la voglia di riuscirci. Ed è fatta.
nessuna colpa, nessuna vergogna!
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