Oggi a Bergamo

presentazione de La Piccola Principe

I compagni del centro documentazione La Piralide hanno scritto questo magnifico pezzo per presentare l’evento:

https://lapiralide.noblogs.org/post/2018/11/28/la-fobia-della-critica/

“…Non è certo lo scardinamento delle basi biologiche dell’esistenza che può trasformare le sedimentazioni e costruzioni sociali e che può cancellare le discriminazioni, sarebbe come voler cancellare i colori della pelle per superare il razzismo.
Tutto questo è in perfetta sintonia con i valori del libero mercato, con il paradigma di questo sistema tecno-scientifico.
Tra lavorare in fabbrica, affittare l’utero vendendo il proprio figlio e fare la prostituta, esiste il non accettare una condizione di miseria e sfruttamento. Inserirsi nel mercato da impresarie/i e azioniste/i del proprio corpo, come propugnano alcune correnti Queer in tema di prostituzione e GPA, non significa attuare una nuova rivoluzione, come cantavano recentemente a Bologna “siamo tutte puttane”, ma abbandonare ogni lotta e possibilità di cambiamento. A quando vendere i reni sarà un atto radicale come una soluzione alla crisi e verrà difeso con proteste e scioperi?

Nel mondo post-moderno alla rovescia
lo sfruttamento e la mercificazione dei corpi,
l’acquisto dell’accesso del corpo di una donna,
la legittimizzazione della logica che vede ogni donna oggetto sessuale,
l’assistenza sessuale per disabili,
il diventare imprenditrici di sè stesse,
la vendita di ovuli,
l’affitto dell’utero,
la procreazione medicalmente assistita,
la compra-vendita di bambini e bambine al mercato della riproduzione,
la selezione eugenetica degli embrioni (e presto anche l’editing genetico),
la logica che sottende l’idea di un corpo smembrabile, modificabile, ingegnerizzabile,
l’idea transumanista del superamento di ogni limite,
la somministrazione di farmaci bloccanti per la pubertà:
diventano libertà e autodeterminazione,
diventano rivendicazioni di scelte personali.
Si pensa che siano idee rivoluzionarie, si pensa di poter gestire tutti questi processi, e che questi corrispondano ai propri desideri e aspettative.
In realtà, anche quando corrispondono davvero ai nostri desideri, vi è un imperativo che prescinde da noi in quanto sono interiorizzazioni delle stesse logiche patriarcali, in quanto sono processi in mano a tecnici e specialisti in cui la stessa organizzazione e pianificazione viene stimolata proprio dall’offerta tecnologica.

Niente è più lontano da una legittimazione e rafforzamento dell’esistente, non scardinano nulla, ma riaffermano e soprattutto confermano questo sistema con le sue logiche di dominio che non si presentano ormai quasi più come imposizione e dispotismo, ma al contrario come una libera scelta introdotta da una nuova neolingua.

Sta avvenendo una profonda risignificazione:
la prostituzione diventa sex-work,
l’utero in affitto diventa maternità per altri altruistica,
la vendita e la predazione di materiale biologico diventa dono,
la scelta su un catalogo di un bambino diventa desiderio di genitorialità,
una non malattia come l’infertilità e il non rientrare negli stereotipi di genere diventano una condizione patologizzata e medicalizzata,
lo sfruttamento e la povertà diventano orgoglio e rivendicazione,
gli abusi come la prostituzione e la GPA diventano rivendicazioni di diritti,
la donna diventa un asterisco,
una creatura transgenica come l’oncotopa diventa una compagna di specie e sovversiva,
il cyborg diventa la nuova soggettività trasgressiva,
le tecnologie diventano gli strumenti per liberarci dalle catene della biologia.
Tutto questo ha profonde conseguenze su tutte e tutti noi e sull’intero vivente.
Da sempre il capitalismo ha spossessato dei beni per accaparrarsi il controllo e la gestione di essi e quando questi diventano dello stato la nostra stessa libertà e autodeterminazione è minata. Lo spossessamento è arrivato fin dentro i nostri corpi e fin dentro i processi biologici dell’intero vivente. Il controllo e la gestione dei corpi da parte dello Stato e delle tecno-scienze devono iniziare dall’embrione in una provetta. …etc”
grazie!